sabato 1 marzo 2014

Trailer del nuovo capolavoro del maestro Hayao Miyazaki Kaze Tachinu - The Wind Rises - Si alza il vento

Ecco il trailer del nuovo, ed ultimo film, di Hayao Miyazaki presentato alla mostra del cinema di Venizia. Questo film d'animazione sarà l'ultimo diretto dal maestro Miyazaki. Il vento è linfa vitale nel cinema di Hayao Miyazaki: spinge in volo castelli, solleva ali in cielo, alita nuvole, pettina l’erba alta dei prati. È un monito di poesia, che dal Cimetière marin di Paul Valéry soffia ora nel suo nuovo film, Si alza il vento. Il cineasta ripete a memoria, in un colorito nippo-francese, i primi versi della poesia: «Le vent se lève!...Il faut tenter de vivre!». Bisogna tentare di vivere, quando si alza il vento. Che cosa significa per il maestro dell’animazione giapponese, scosso dalla guerra e da Hiroshima, inseguito con Fukushima dall’incubo atomico, angustiato da una patria ridivenuta per lui guerrafondaia, l’imperativo “tentare di vivere”, tornare a farsi attraversare dal vento? Dall’altro capo del filo, nella quiete del suo vasto chalet di legno a sud-ovest di Tokyo, a un volo d’uccello dagli Studi Ghibli da lui fondati trent’anni fa, Miyazaki ha la voce serena. l’Oscar dell’animazione (Lucky Red dovrebbe distribuirlo a maggio nelle sale italiane). «Anche questo», ridacchia il regista, che al Lido aveva fatto annunciare il suo ritiro dal cinema. Un ritornello ricorrente degli ultimi vent’anni che anche stavolta non mancherà di smentire. Da tempo vive in un Paese in cui non si riconosce: in Giappone S’alza il vento sta godendo d’un grande successo, ma il governo la tratta da “traditore”. Il film, sui sogni infantili e la vita di Jiro Horikoshi, il capo ingegnere progettista degli Zero, i micidiali caccia della Seconda guerra mondiale, ha scatenato le ire della destra nazionalista nipponica per il ritratto al vetriolo dell’esercito imperiale. Ma raccontare favole non significa rinunciare a prendere posizione. Io ho sempre praticato il pacifismo, e non a caso la guerra è presente in quasi tutti i miei film. Anzi, a pensarci bene forse non sono poi neppure così tanto pacifista! Fin da bambino sono affascinato dai meccanismi e dalle macchinazioni militari. Leggi l'intervista completa su Repubblica: http://download.repubblica.it/pdf/domenica/2014/02022014.pdf